
I turisti del Balsamico, un potenziale per Modena e l’Emilia-Romagna
È stato presentato sabato 27 settembre, in occasione dell’evento Acetaie Aperte, il primo Rapporto sul turismo dell’Aceto Balsamico di Modena e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, a cura di Roberta Garibaldi, in collaborazione con Le Terre del Balsamico, Consorzio di secondo livello che unisce il Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena Igp e il Consorzio dell’Aceto Balsamico tradizionale di Modena Dop. Il documento, frutto di una serie di interviste, consente per la prima volta agli stakeholders del territorio modenese di definire le strategie per lo sviluppo delle potenzialità turistiche connesse ai Balsamici di Modena. E i risultati sono particolarmente significativi.
Il potenziale turistico inespresso, in termini di introito economico per il territorio modenese, è alto. A far da traino al turismo dei “Balsamici di Modena” sono la fama del prodotto, il territorio di origine e l’ambiente suggestivo delle acetaie. Tra i punti di forza compare anche la sostanziale destagionalizzazione degli arrivi, perché l’aceto è disponibile tutto l’anno e il fascino delle acetaie cambia a seconda delle stagioni.
La conoscenza dei due prodotti certificati ha raggiunto una dimensione globale, ciò si traduce in consumo e genera interesse che si estende dal prodotto al territorio fino a coinvolgere l’incontro personale con aziende e produttori elemento tipico del turismo enogastronomico. La ricerca conferma che i “Balsamici di Modena” sono tra le specialità più conosciute dagli italiani: l’85% degli intervistati dichiara infatti di conoscere almeno una delle tipologie di Aceto Balsamico di Modena e di utilizzarlo sia come condimento (72%), per la degustazione (62%) e come elemento di creatività e sperimentazione in cucina. Alcune tipologie di prodotti vengono spesso acquistate come ricordi di viaggio, souvenir e come regali.
A tanta attrattività non corrisponde ancora una reale fruizione dell’esperienza. Il Rapporto evidenzia che soltanto un turista italiano su dieci ha preso parte a esperienze a tema, ma il 62% vorrebbe viverle all’interno di un’acetaia o nel territorio di produzione. E il divario tra fruizione e interesse conferma l’esistenza di un ampio bacino di domanda potenziale. Proprio la visita con degustazione in acetaia viene considerata l’esperienza da non perdere per il 32% degli intervistati, seguono le attività formative come corsi di cucina (26%), le degustazioni professionali (23%) e il pairing
(18%). La fruizione si estende oltre l’acetaia, includendo ristorazione a tema, pernottamenti in strutture specializzate e visite a musei tematici. I visitatori cercano innanzitutto esperienze sensoriali: gusti, sapori, nuovi abbinamenti e tutto ciò che dà corpo al concetto di qualità (oltre il 40% delle risposte), senza però trascurare i valori che completano e arricchiscono l’esperienza e in particolare l’immersione nella tradizione, nella convivialità e nella passione.
Le principali motivazioni di partecipazione alle esperienze turistiche legate al mondo dei “Balsamici di Modena” sono la curiosità (25%), il desiderio di conoscere meglio il prodotto (17%) e la ricerca di attività nuove e diverse (16%). L’idea guida è quella dell’esperienza tematica ed immersiva integrata con attività di degustazione dei sapori locali (43%) e tour alla scoperta dei produttori e del paesaggio rurale emiliano (38%). Degno di nota è il binomio con lo sport e gli eventi della Motor Valley. I Balsamici di Modena sono percepiti, infatti, non come esperienza isolata, ma come parte integrabile in itinerari tematici: il 59% li assocerebbe a visite ai caseifici del Parmigiano Reggiano, il 53% ai castelli modenesi e il 44% al patrimonio romanico.
Le fonti di informazione privilegiate per i turisti sono i social media visivi – Instagram (30%), TikTok (27%), YouTube (23%), affiancati dal passaparola e dalle guide enogastronomiche. Da evidenziare anche l’uso dell’intelligenza artificiale come fonte di ispirazione di viaggio.
Le esperienze più desiderate hanno una forte componente sensoriale e interattiva: ristoranti con menù a tema (57%), degustazioni professionali (54%), corsi di pairing (51%) e di cucina (50%). Il confronto con le esperienze effettivamente fruite rivela ampi margini di sviluppo, soprattutto per le attività più desiderate.
“Il potenziale di sviluppo turistico per il territorio dell’Aceto Balsamico di Modena e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è altissimo – ha commentato Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente di Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico – e i Consorzi di tutela avranno un ruolo chiave come attivatore e aggregatore dell’offerta, favorendo il lavoro in rete e l’integrazione con le DMO locali e con le guide turistiche e con le DMO, in un’ottica di coordinamento e valorizzazione complessiva del territorio”.
“Il report realizzato da Roberta Garibaldi -commenta Enrico Corsini, Presidente di Le Terre del Balsamico e del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena – rappresenta uno strumento prezioso per comprendere e sviluppare il turismo legato agli Aceti Balsamici di Modena. Offre una visione chiara delle potenzialità del nostro territorio e conferma quanto sia strategico promuovere insieme cultura, ospitalità e tradizione per valorizzare un prodotto simbolo dell’identità modenese.”
“I Consorzi sono sempre più coinvolti nell’organizzazione e regolazione dell’incoming turistico: e ciò non solo per naturale vocazione, ma anche perché dallo scorso anno il Regolamento Europeo ha assegnato ai Consorzi riconosciuti proprio la funzione di supervisione di quello che oggi chiamiamo “Turismo DOP” – afferma Cesare Mazzetti, presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena – I Consorzi sono cioè chiamati a svolgere alcune importanti attività, dall’organizzazione di manifestazioni locali alla preparazione delle aziende circa i migliori criteri di sicurezza e igiene per l’accoglienza dei visitatori, nonché la condivisione dello storytelling sul
territorio e sul prodotto, per una corretta informazione e la creazione di un efficace sviluppo turistico intorno al prodotto”.